Nato a Roma nel 1645, Michelangelo Ricciolini si formò, secondo fonti settecentesche, presso Giovan Angelo Canini; in seguito, grazie alla protezione del cardinal Berberini, presso il quale lavorava il padre del pittore, il giovane fu introdotto nella scuola di Carlo Marotta, il più importante artista nella Roma della seconda metà del Seicento. L’ Attività di Ricciolini fu di tipo eminentemente decorativo, qualificandosi attraverso la realizzazione di opere spesso perdute, come i finti arazzi dipinti per uno degli appartamenti del cardinal Ottoboni nel Palazzo della Cancelleria, o il soffitto eseguito per il cardinal Imperiali nel Palazzo già del Bufalo Niccolini, oggi Ferrajoli, in piazza Colonna.
Ancora apprezzabili restano le sue pitture, databili al 1730-04, in Palazzo Spada e gli affreschi della volta della cappella Capizzucchi in Santa Maria Monticelli; spesso affiancato dal figlio Nicolò, ugualmente pittore, Michelangelo Ricciolini svolse la propria attività anche fuori Roma, come nel caso della decorazione del Casino Pescatore a Frascati o della Galleria dell’Eneide in Palazzo Buonaccorsi a Macerata, iniziata nel 1711 e conclusa da Nicolò dopo la morte del padre.
Le opere esposte nella Pinacoteca del nostro Istituto, appartengono ai padri Scolopi e facenti parte della decorazione della soppressa chiesa di San Lorenzo in Piscibus, possono certamente essere considerate la manifestazione artistica più significativa dell’artista romano. Il ciclo con le Storie di San Lorenzo, un insieme di linguaggio sciolto e vivace i cui disegni preparatori sono stati individuati dagli studiosi nella collezione di Windsor, di Berlino e degli Uffizi, è databile 1692 circa.
Agli Uffizzi si conserva anche l’autoritratto del pittore Il ciclo dei dipinti di Michelangelo Ricciolini con “Storie di San Lorenzo” è stato restaurato dalla dott.sse Laura Liquori e Barbara Gallas sotto la supervisione della dott.ssa Adriana Capriotti soprintendenza speciale per il patrimonio storico, artistico ed etnoantropologico e per il polo musicale della città di Roma. San Lorenzo
I dipinti esposti attualmente nell’istituto Calasanzio di Via Cortina d’Ampezzo avevano originalmente aveva il compito di illustrare, sulle pareti della navata centrale della chiesa di San Giuseppe in Piscibus – presso il Santo Spirito – le vicende del santo martire cui era intitolato l’edificio. Figura di culto importantissima nella città di Roma, come testimoniano le numerose chiese che gli sono dedicate ( ricordiamo soltanto, tra quelle ancora esistenti, San Lorenzo in Lucina, in Miranda, in Damaso, in Fontis, in Panisperna ), il diacono Lorenzo morì, secondo la tradizione, durante la persecuzione di Valeriano, quando venne ucciso anche Papa Sisto II.
La tela rappresenta “Papa Sisto II tratto in arresto indica a San Lorenzo i poveri “(N°2), rappresenta, appunto, l’episodio di incontro tra Lorenzo e Papa Sisto II in catene; alla richiesta del giovane diacono di unirsi al martirio, il Pontefice risponde che Lorenzo dovrà attendere ancora tre giorni, durante i quali proseguirà la propria opera di diffusione del Cristianesimo.
A tale attività fanno riferimento le tele “ San Lorenzo battezza un soldato in carcere “ (N°9) e quella raffigurante “ San Lorenzo lava i piedi a Papa Sisto II in carcere “ (N°3).
Sullo sfondo di quest’ultimo possono individuarsi i poveri per i quali San Lorenzo alienerà i tesori della Chiesa di cui è consegnatario, così scatenando le ire del prefetto romano Cornello Secolare, che si vedrà consegnare dal Santo, in luogo di oreficerie e tessuti preziosi, un gruppo di malati e di bisognosi. “Questi sono gli eterni tesori che mai vengono meno “ è la frase con cui Lorenzo presenta i suoi poveri il giudice che ne deciderà il destino.
Alla scena della tela “ Arresto di San Lorenzo “ (N°7) caratterizzata dalle fisionomie grottesche dei suoi aguzzini, segue quella del “martirio di San Lorenzo “ (N°11), dal potente linguaggio tardo barocco; il supplizio della graticola ha ispirato il Patronato di Lorenzo contro gli incendi, mentre le scintille del fuoco che arde sarebbero all’origine delle stelle cadenti durante la notte di San Lorenzo, quel 10 Agosto in cui la tradizione vede il rinnovarsi della ricorrenza del martirio del Santo nell’anno 258. Ultima tela, con il suo lento e nobile incedere, rappresenta il recupero e il “Trasporto al sepolcro del corpo di San Lorenzo “ (N°13 per cura di Ippolito, che ne era stato il carceriere prima di convertirsi e di seguirlo sulla strada del martirio.